Una scommessa vinta in mare e a terra

Una scommessa vinta in mare e a terra

«Ancora una volta grazie per tutto il duro lavoro che ha reso possibile una così bella regata. Il mio ringraziamento va ai soci del Club, ai volontari e a tutte le persone coinvolte nell’organizzazione dell’evento. [ Cagliari Windsurfing 2011 ] ha generato una splendida atmosfera fra i concorrenti, per gli RS:X e per i Techno in particolare. Tutte le persone con cui ho parlato – compresi allenatori e genitori – sono state colpite positivamente da Cagliari e sperano di ritornare».

Il messaggio inviato al Windsurfing Club Cagliari da Ceri Williams, a nome della Classe Techno 293, in poche righe traccia un buon consuntivo della manifestazione che ha riempito di vele il mare del Poetto a fine ottobre, per una bella settimana di sport e di amicizia.

Le voci attive del bilancio ci sono tutte: il risultato positivo, riconosciuto all’unanimità; il clima che si è creato fra le cinque-seicento persone che ogni giorno hanno fatto diventare troppo piccolo il nostro circolo; la bella figura fatta da Cagliari e dalla Sardegna, anche con l’aiuto di una fine estate che ha resistito fino al giorno delle partenze.

Fra i costi – se lasciamo da parte gli aspetti strettamente economici, solo per un momento – dobbiamo mettere la grande quantità di lavoro organizzativo che ha mobilitato, e talvolta spremuto fino all’ultima goccia, le nostre energie. Un lavoro che per molti è stato concentrato in una decina di giorni, ma per altri era cominciato a febbraio. Lavoro non retribuito, che ha sottratto tempo ed energie al lavoro vero. Diciamo subito che avremmo potuto lavorare meglio, probabilmente: non per la qualità dei risultati ottenuti, ma in nome dell’efficienza, per un minore peso sulle spalle del gruppo e delle persone impegnate in prima linea più a lungo.

L’esperienza è stata sicuramente utile. Ci siamo tuffati in questa impresa anche con una certa incoscienza e non ci siamo schiantati sul fondo. La prossima volta faremo meglio, è sicuro. Ma ricordiamo che con una squadra fatta essenzialmente di volontari abbiamo portato a termine – e bene, a detta di tutti – una regata con quasi 400 atleti in acqua per cinque giorni. E ci siamo divertiti anche noi.

È stato bello constatare ancora una volta che lo sport vero riesce ad avvicinare e far convivere persone di culture differenti. Per una settimana il Club è stato un melting pot di ragazzi provenienti dai quattro angoli del mondo, accomunati dalla passione per il windsurfing. Avversari in mare ma complici, nel baccano, a terra. Viene da pensare che davvero le difficoltà e le tensioni fra i popoli siano artificiali, spesso costruite dalla politica, e i giovani in realtà riescano a vedere oltre.

Siamo felici di aver visto tanta vitale gioventù – accompagnata da adulti altrettanto entusiasti – riunirsi nel nostro circolo, veleggiare nel nostro mare e visitare la nostra città. Cagliari è stata per una settimana un esempio di globalizzazione autentica: nel senso della condivisione, dello scambio alla pari, dell’amicizia, oltre le barriere della lingua e dei costumi.

Se ancora per un attimo non pensiamo ai conti da pagare e ai contributi tutti da incassare, siamo pronti a riprovarci, a sfruttare Cagliari Windsurfing 2011 come base per continuare a costruire, per consolidare le strutture del nostro Circolo e portare presto nel Golfo degli Angeli altri eventi di prestigio.

Speriamo che i nostri amministratori, ad ogni livello, abbiano visto che con investimenti relativamente modesti si può fare un grande marketing low-cost. Non ricordiamo in tempi recenti un altro evento sportivo dilettantistico capace di invadere Cagliari per otto-dieci giorni (o addirittura due settimane, nel caso di alcune squadre) con un piccolo esercito di oltre 500 persone. Persone che – in bassa stagione – hanno occupato alberghi e b&b, mangiato nei ristoranti e nelle pizzerie, fatto la spesa nei supermarket e shopping nei negozi, girato per la città nei pochi momenti liberi.

Persone che ora, quando sogneranno una vacanza in Sardegna, non penseranno necessariamente all’estate e alla Costa Smeralda. O magari si ricorderanno del Poetto quando sarà il momento di organizzare allenamenti autunnali e invernali in un mare che non ti faccia rischiare il congelamento ad ogni uscita.

Cagliari ha fatto una bella figura, dicevamo. Il tempo ci aiutato, perché una settimana con pioggia e meno vento avrebbe potuto sabotare i nostri sforzi. Ma anche il bel tempo in fondo è relativo, quando a casa ti aspetta la neve: l’ultimo giorno, mentre tanti facevano i bagagli con felpe e giacche a vento addosso, i ragazzi norvegesi sono usciti in mare, molti senza neppure la muta, sotto un cielo grigio che spruzzava pioggia e con uno scirocco decisamente più forte di quello che avevano domato nelle regate. Puro spasso, fino all’ultimo minuto.

Cagliari è un paradiso per gli sport del mare – o potrebbe esserlo, con un più convinto impegno di chi deve tracciare un percorso per aiutare la città a crescere. Noi per primi dimentichiamo spesso di vivere in un (possibile) paradiso, e dimentichiamo di farlo sapere agli altri. Manifestazioni come Cagliari Windsurfing 2011 ci permettono di ricordarlo al mondo. Ad un costo che se per le casse del Club è sicuramente pesante, in fondo è poca cosa per chi deve investire nella promozione turistica della città, della provincia e della regione. Spiccioli, soprattutto se messi a confronto con le somme destinate talvolta ad eventi sportivi con molto più business e meno spirito olimpico.

Per finire, ricordiamo che il Windsurfing Club Cagliari è stato impegnato su due fronti – organizzativo e agonistico – e ha vinto su entrambi. Il risultato sportivo è stato esaltante, ancora una volta. Mentre tanti di loro sono impegnati nelle ultime regate stagionali, dedichiamo un grande applauso ai nostri ragazzi: a chi ha vinto una medaglia e a chi comunque ha dato il massimo.

(m.m.)