Piero Gessa: il campione europeo Hobie Cat ci parla di lui

Piero Gessa: il campione europeo Hobie Cat ci parla di lui

Piero Gessa è il testimonial di quella generazione di velisti che non si arrende agli anni che passano e continua a giocare in mare con lo stesso entusiasmo di quando aveva vent’anni. Nel 2022, dopo tanti anni di regate condotte ai vertici delle classifiche nazionali ed  internazionali, vince con Roberto Dessy il titolo europeo Hobie Cat. Ma questa importante vittoria è solo l’apice di una vita passata in mare, tra HC, windsurf, Wing foil, kite, surf, sup ecc. ecc.

“Sono nato a Cagliari, sposato due figli, sono laureato in biologia insegno matematica e scienze alle scuole medie. Nasco velisticamente  con il windsurf (ten Cate e tavoletta) molto da giovane ma in maniera amatoriale, inizio con le regate già maggiorenne con il funboard, al WCC, nel periodo d’oro del windsurf sardo, Regato per 6 o 7 anni nel circuito sardo (tanti campioni Barrella, Ciabatti, Angiuli, Natale, Tavazzi ecc.) e in quello nazionale. Per la verità nessun piazzamento di rilievo, anche se qualche soldo lo rimedio con le regate di Porcella (allora esistevano i montepremi) e qualche podio a livello regionale.. Nel 94 scopro l’ Hobie Cat (si fa a Cagliari un europeo e la prima edizione della merit cup) ma è solo nel 95 che acquisto la prima barca (con il cugino di mia moglie che dopo un anno di regate non vuole più vedere il catamarano nemmeno dipinto) da Carla Mura (che me la vende dopo che gliela usavo di nascosto) Finito l’apprendistato, compro una barca decente da Tommy Canzini e inizio a fare regate con diversi prodieri ma il mio compagno più stabile è Giuseppe Pilota (per oltre 10 anni), ma voglio ricordare anche Gianni Cordeddu, mia moglie, Pierpaolo Massoni, Jacopo Zanda, Alberto Diaz, Roberto Murgia e una merit cup con il mitico Gabriele Loy (io a prua ovviamente).

In quei anni ho vinto alcuni titoli sardi e qualche regata nazionale ma il campionato nazionale era un vero tabù, la svolta arriva quando incomincio ad uscire con Roberto Dessy, compriamo la barca insieme e le cose cambiano decisamente, vuoi per la barca più nuova, per il peso ideale e forse anche perchè la classe perde qualche nome importante. Comunque cominciamo a vedere qualche podio anche a livello nazionale fino all’agognato titolo del 2020 a Pescara. Ma il top lo raggiungiamo prima con il terzo posto all’europeo in Spagna nel 2021 e poi con il titolo europeo in Germania nel 2022 dopo ben 12 regate e contro tutti i più forti timonieri europei.

Una vittoria quella del 2022 sicuramente inaspettata ma che si è concretizzata con una buona lettura del campo di gara che favoriva decisamente il lato destro del campo e che quindi permetteva di partire (anche non benissimo) in barca e virare il prima possibile, strategia che spesso si utilizza a Cagliari nelle nostre regate settimanali di flotta (criterium) e che prediligiamo rispetto alle partenze in pin che invece sono la nostra bestia nera, fatto sta che regata dopo regata con regolarità riusciamo a tenere dietro due campioni come il danese ……(campione del mondo) e il grande Stefan Griesmayer con a prua Caterina degli Uberti (che aveva vinto l’anno prima).

L’ hobie cat  è una barca molto divertente facile e con costi abbordabili, il problema oggi è l’enorme cambiamento che la vela sta subendo con l’avvento della navigazione con i foil in quasi tutte le classi, con costi decisamente importanti e difficoltà nella conduzione delle imbarcazioni che ne preclude l’uso ad una larga platea di utenti.

Nella città di Cagliari per fortuna il meteo favorevole e la logistica permettono di uscire a vela tutto l’anno e la flotta 345 di Cagliari che organizza con il wcc regate e allenamenti tutte le settimane permette di fare vela con l’hobie come se si frequentasse una normale palestra o un campo sportivo.

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La flotta infatti è composta da tanti regatanti bravi e meno bravi che hanno portato diversi equipaggi, uno su tutti Ciabatti Antonello (il nostro fuoriclasse) che insieme ai suoi due prodieri Paderi e Mereu ha vinto il titolo italiano per nove volte (credo) e solo per motivi di lavoro non ha raccolto risultati a livello europeo, ma la flotta ha prodotto altri campioni: Caddeo Massoni, Murgia Murru, Loy Melis, ricordiamo il grande Maurizio Loi anche lui innamorato del hobie, ma sono tanti gli altri equipaggi che colorano la flotta e ne fanno un vanto per il circolo e che attira spesso la partecipazione di velisti del continente ed europei uno su tutti il tedesco Jens Goritz, un vero campione in acqua e a terra sempre pronto ad aiutare con consigli e materialmente tutti con estrema sportività. Questi numeri ma anche la partecipazione talvolta di campioni di altre discipline veliche (Andrea mura, Checco Bruni, Gaetano Mura Max Sirena) ha fatto del criterium un appuntamento a cui è difficile mancare e che sopratutto riesce a durare nel tempo con una semplice formula di applicazione e che sicuramente ci ha dato la possibilità di raggiungere i nostri risultati.

Tutto questo in un circolo, il wcc, che nel tempo è cresciuto parallelamente alla sua scuola vela, il successo del club infatti va visto sicuramente per la sua invidiabile posizione ma sopratutto per sua grandissima attività giovanile in diverse classi veliche, su tutte windsurf e catamarani che ne hanno fatto uno dei più titolati circoli d’Italia a dispetto della sua struttura che ancora oggi lascia alquanto a desiderare, un club molto “vivace” anche nella sua amministrazione che cambia spesso non sempre senza polemiche ma probabilmente anche questo è un indice di attaccamento e interesse alle attività del club.

Tra gli aspetti che andrebbero migliorati nel mondo della vela credo che l’organizzazione federale debba avere un taglio diverso, mi spiego, oggi l’interesse (e il budget) prevalente è rivolto alle classi olimpiche mentre dal mio punto di vista l’attività di base è un po’ trtascurata, io credo che se la base cresce anche il numero di campioni aumenterà in proporzione, inoltre le classi veliche sono tante, troppe e il pubblico è disorientato non individua il CAMPIONE di vela ma ne sente tanti che non riesce a ricordare, la coppa America adesso con la sua potenza mediatica individua il massimo della vela ma in mezzi che ormai di velico non hanno quasi piu nulla, le classi olimpiche purtroppo stanno andando nella direzione della spettacolarità più spinta a scapito delle classi piu popolari e praticate.

Ma…..per noi di cagliari questi non sono problemi…… il sabato cascasse il mondo facciamo il criterium e pazienza se non andremo alle olimpiadi o in coppa america,,,ah no due di noi ci sono riusciti Marta e Carlo.”