I tanti giovani campioni sfornati dal Windsurfing Club Cagliari ci hanno reso poco sensibili ai risultati più recenti ottenuti dalle nuove generazioni. Ed è per questo che le grandi prestazioni di Angelina e Teresa Medde stavano rischiando di passare nell’anonimato, nonostante siano di altissimo livello internazionale.
Per questo motivo vogliamo conoscere meglio queste due ragazze che in questi ultimi anni ci hanno regalato veramente tante emozioni.
Quando come e perché avete iniziato?
Teresa. Iniziammo per caso nell’estate del 2016, quando avevo soli otto anni, con alcune settimane di scuola vela, seguendo il suggerimento del padre della mia all’ora migliore amica. Fu amore a prima vista, e l’anno dopo decidemmo di iscriverci alla scuola vela estiva di nuovo. Dopo la seconda estate nacque la passione per questo sport, e proseguimmo anche d’inverno, fino ad entrare a far parte della squadra agonistica.
Angelina. La prima volta che misi piede su un windsurf fu nella lontana estate del 2014, alla scuola vela del windsurfing club Cagliari. Fu per merito di un amico di nostro padre, Simone Balzarelli, che un giorno per puro caso, decise di farci frequentare il corso estivo. Mi innamorai della disciplina all’istante, e della sensazione di libertà che deriva dal contatto con il mio elemento naturale, l’acqua. Per difficoltà di organizzazione non continuai con l’agonismo d’inverno, ma l’estate successiva frequentai di nuovo la scuola vela. Ma la passione era troppo forte da spingermi stavolta a continuare, nonostante i tanti sacrifici che avrebbe comportato il grosso impegno sportivo da conciliare con lo studio.
Quale è l’aspetto più bello di andare col windsurf?
T. Amo il windsurf perché è uno sport individuale che mi mette a contatto con la natura, amo sentire il vento e il rumore delle onde, mi trasmette un senso di libertà e pace ineguagliabile
A: L’aspetto più bello, che sicuramente ancora mi lega in maniera indissolubile a questo sport, è l’adrenalina che circola durante la gara, che mi spinge a dare il meglio di me in qualsiasi tipo di condizione. Essendo una persona molto competitiva, adoro la sensazione di gratificazione dopo gli sforzi fatti e la vittoria di una gara.
Due sorelle ed entrambe molto brave. Quale è il segreto di casa Medde?
T. Non c’è nessun segreto, ma ammetto che alle basi dell’educazione che abbiamo ricevuto dai nostri genitori ci sono la determinazione e la costanza. Ci hanno sempre insegnato ad impegnarci col massimo delle forze per raggiungere i nostri obiettivi, a non arrenderci ai primi inciampi, a credere sempre in noi stesse e nel nostro valore. Questo in generale nella vita, ma ovviamente lo stesso mind-set è valso per lo sport.
A. A mio parere una dei motivi per cui siamo diventate delle grandi atlete, è quella di aver sempre fatto tantissimo sport, anche prima del windsurf. C’è sicuramente un talento naturale, ma che è sempre stato affiancato da un’incredibile dedizione all’allenamento. L’esperienza di allenamenti su allenamenti in mare, di tante regate, lo studio dei venti, del mare, delle correnti, delle maree, della meteorologia, insieme alla preparazione atletica in palestra, ma soprattutto a una mentalità combattiva, vincente, instancabile , che non si arrende mai fino alla fine, sono il segreto di un atleta invincibile
Quali sono stati i vostri tre successi più importanti?
T. Da quando ero piccola il mio sogno è sempre stato il podio internazionale. Ho lavorato tanto per far sì che tutto ciò si potesse avverare, e dopo alcuni campionati conclusi con le lacrime agli occhi, in quarta posizione, dopo tanti sforzi che parevano vani, il mio risultato è arrivato: Teresa Medde campionessa europea del 2022. Dopo questa prima immensa soddisfazione la mia motivazione è andata solo aumentando. Al successivo campionato dell’anno, il mondiale a Cipro, anche se gareggiando ogni giorno con vento quasi nullo, sono riuscita a rimanere in terza posizione fino alla penultima prova del campionato. L’ultima prova dell’ultimo giorno è stata la mia rovina, per un giro di boa sbagliato ho perso il podio mondiale, concludendo la regata quarta A PARI PUNTI con la terza ragazza. È stata la sconfitta più dura mai affrontata, e mi ci è voluto del tempo per elaborarla. Ma non ho mollato: Teresa Medde terza in europa nel 2023 all’europeo a torbole. E poi ancora allenamenti su allenamenti ed è giunto finalmente il mondiale a Quiberon, che ritengo essere stato il più difficile di tutta la mia vita. Il livello della flotta era molto alto e tutte le top10 potevano giocarsi il titolo. Sono riuscita ad essere costante ogni giorno stando nel gruppo di testa, nonostante per problemi personali la mia testa fosse altrove. In acqua ho gestito la tensione e ho trasformato i sentimenti negativi in grinta. Tutti gli allenamenti hanno dato il loro frutto e sono abbastanza soddisfatta perché riesco ad essere sempre in alta classifica sia con vento molto leggero (come il mondiale a cipro ) sia in questo campionato del mondo svolto con 25-30 nodi 9 prove su 10.
A. I successi sportivi che vanto con orgoglio nel mio palmares, sono quattro ori internazionali:
-campionessa europea U19 techno 293, nel 2022, a Cagliari
-campionessa mondiale U19 techno 293, nel 2022, a Cipro
-campionessa europea U19 techno 293, nel 2023, a Torbole
-campionessa mondiale U19 techno 293, nel 2023, a Quiberon
Bene, parliamo un po di scuola e studi…
T. Studio al liceo scientifico A.Pacinotti, uno dei più difficili (se non il più) a Cagliari. A scuola mi impegno come nello sport, tengo tanto allo studio e i bei voti sono per me delle grandi soddisfazioni. Seppur con tanti sacrifici sono sempre riuscita a gestire le assenze legate alle regate, conservando la mia pagella da ottima studentessa. Nel futuro vorrei entrare all’università e studiare medicina, seguendo la strada dei miei genitori.
A. Come ho sempre tenuto a precisare, per me la scuola e lo studio sono fondamentali. Ho fatto mio il motto: mens sana in corpore sano, ovvero: lo sport e l’esercizio fisico sono condizioni indispensabili per l’efficienza delle facoltà mentali; insomma, ci deve essere un’eutimia, un equilibrio fra le due cose. Nel corso di questi anni mi sono sempre duramente impegnata nello studio e nello sport. Purtroppo il sistema scolastico italiano non agevola in maniera fattiva il percorso scolastico degli atleti che, a mio avviso, non vengono minimamente valorizzati. Sebbene esista la sperimentazione studente-atleta del MIUR, di fatto questo programma non costituisce un agevolazione reale durante il corso degli studi, ma si riduce semplicemente alla mera giustificazione delle assenze per le gare. In numerosi paesi europei e nel civilissimo mondo anglosassone gli atleti di livello vengono corteggiati dalle università, alle quali hanno libero accesso, e agevolati nel loro percorso accademico anche con un supporto di tipo economico. In Italia siamo ben lungi dal raggiungere questi obbiettivi e talvolta in casi estremi l’attività sportiva arriva ad essere considerata un pregiudizio negativo sul rendimento scolastico. Tutto cio mi rende molto triste. Dopo avere studiato incessantemente tutto l’anno per la maturità e dopo avere dedicato il resto dell’estate alla preparazione al test di medicina, spero di entrare a settembre in questa ambitissima facoltà.
I vostri genitori che dicono?
T. Mamma e babbo sono i nostri più grandi sostenitori. Sono fieri di tutto quello che stiamo facendo e ci aiutano sempre in qualsiasi modo quando ne hanno la possibilità. Siamo una famiglia molto unita.
A. I nostri genitori, per i nostri successi scolastici e sportivi, sono felicissimi. Ma sono soprattutto felici di come lo sport agonistico ci ha formato, un qualcosa che non si può insegnare in alcun altro modo: è proprio quella mentalità che ti spinge a rialzarti dopo un insuccesso, e a persistere fino a che non ci si è rialzati. Questo è l’insegnamento fondamentale della vita
Sappiamo che al mondiale di Quiberon avete avuto molti corteggiatori. Ma lo sanno i vostri fidanzati?
T. Delle belle ragazze intelligenti e campionesse sono sempre piene di corteggiatori… a quiberon come alle altre regate abbiamo avuto modo di conoscere nuove persone e rivedere vecchie fiamme ma la fiducia è sempre al primo posto!
A. Diciamo che noi regatanti abbiamo un detto: quello che succede in regata rimane in regata
Siete nate e cresciute al WCC e sono tanti i campioncini sfornati dal circolo. Merito dell’allenatore Andrea Melis?
T. Andrea Melis è il mio allenatore ma anche uno dei miei migliori amici, mi ha cresciuta sportivamente parlando ma non solo. Mi ha insegnato in primis ad andare sulla tavola, poi a leggere il vento, le nuvole, i cali di pressione, a mettere il piede in un modo piuttosto che in un altro, a tenere il boma più alto col vento e tante altre cose. Mi ha reso forte tecnicamente e strategicamente. Ma ciò che soprattutto mi ha insegnato è gestire le emozioni. Sono una ragazza molto sensibile ed emotiva, facilmente irascibile, spesso pensierosa. Durante una regata però bisogna saper lasciare i sentimenti a terra ed entrare in acqua con la mente libera, focalizzati su ciò che si sta per fare. Andre mi ha insegnato a fare ciò con un percorso di crescita che dura da ormai otto anni, ascoltandomi quando avevo bisogno di sfogarmi e aiutandomi a trovare una soluzione a qualsiasi problema. Questo è ciò per cui gli sono più grata, perché il suo ruolo di allenatore non si limita al lavoro in acqua ma va ben oltre.
A. È stato un lungo percorso iniziato 7 anni fa, quando ero ancora una bambina. Chiaramente ho sempre ringraziato tutte le persone che mi hanno sostenuto, come la mia famiglia, i miei compagni di squadra e le persone che non hanno mai smesso di credere in me, e fra queste il mio tifoso numero 1, Andrea Melis. Andrea, o come noi lo chiamiamo affettuosamente Drea, è per me come una figura paterna. Gli devo tutto. Mi ha formato e cresciuto attraverso i valori dello sport e della vita, creando l’atleta e la persona che sono oggi.
Più che allenatore ed atleta, dopo tutti questi anni siamo diventati come due fratelli. A volte ci lamentiamo, a volte litighiamo, ma altre ci divertiamo, e lavorando insieme e sostenendoci a vicenda abbiamo sempre raggiunto il nostro obbiettivo finale.
Marta Maggetti sarà il vostro idolo. Ne avete qualcun altro?
T. Ammiro moltissimo Marta, e ambisco al suo successo, ma non ho altri idoli.
A. Marta è sempre stata il mio idolo da quando ero piccolina. La stimo tantissimo, sia come atleta, che come persona. Mi ha fatto molto piacere condividere con lei la gioia della vittoria al mondiale dell’anno scorso, per lei in iqfoil, per me in techno 293. Un altro atleta che stimo molto è Carlo Ciabatti, sia da un punto di vista sportivo che umano. Infatti è sempre riuscito a rimanere concentrato in mare e a ottenere splendidi risultati, senza montarsi la testa e senza mai perdere il sorriso e rimanendo il ragazzo spiritoso e divertente di sempre
Fai una domanda scomoda a tua sorella.
T. Le condizioni igieniche in regata a volte non sono delle migliori. Dimmi la cosa più strana con cui hai sostituito la carta igienica.
A. La fotocopia del mio documento d’identità
A. Ti è mai interessato un allenatore?
T. Non posso negare, mando un saluto in Sicilia ad Antonino
IQFoil solo per atleti pesanti. Tu che classe avreste fatto olimpica?
T. Io amo il foil, ma purtroppo pone troppi limiti. Avrei preferito che l’RSX fosse rimasto come classe olimpica e che il foil si limitasse al divertimento.
A. Il mio sogno delle Olimpiadi si infrange, proprio perché la disciplina olimpica è stata cambiata. L’iqfoil richiede di essere alti e pesanti, mentre io sono bassa e leggera. L’rsx privilegiava l’aspetto tattico e strategico, che deve essere quello proprio della vela, non la stazza fisica. Ad essere infranto non è solo il mio sogno, ma quello di tanti altri regatanti fortissimi sulla classe techno, che per le stesse ragioni non hanno risultati in iqfoil, è sono costretti allo stesso destino
Dai un consiglio ai bambini della scuola vela
T. Cari bambini, non fate dannare Andre e mettete sempre il salvagente!
A. Non chiedete la vela più grande, e ascoltate gli istruttori!
Saluta tua sorella
T. Kalimera Angi
A. S’Agapõ Teresa!